E dopo una lunga, lunghissima attesa, finalmente ho trovato il tempo di scrivere il III Canto
Eccolo a voi
CANTO III“SVE-GLIA-TI, SVE-GLIA-TI, SVE-GLIA-TI”.
Dante si svegliò: Virgilio era a cavalcioni su di lui e lo stava prendendo a schiaffi per farlo rinvenire.
“Siamo già arrivati?” chiese Dante, rintontito e con la faccia ormai viola.
“Sì Dante” disse Virgilio rimettendosi in piedi e aiutando Dante a rialzarsi, “siamo arrivati nel vero e proprio Inferno” aggiunse, indicando un cartello multilingua con scritto “BENVENUTI ALL’INFERNO. POPOLAZIONE: PIÙ DI QUANTO TU FOTTUTO SANTARELLINO POSSA IMMAGINARE”.
“E quello chi sarebbe?” chiese Dante, indicando una possente creatura che si ergeva davanti ad un enorme numero di anime.
Virgilio, lieto che Dante mostrasse tanta curiosità, prontamente rispose “Quello, Dante, è il Giudice dell’Oltretomba: tutte le anime malvagie passano davanti a lui, confessano tutti i peccati commessi in vita e lui decide in che Cerchio dovranno stare per l’eternità. Il suo nome è …”
“No non dirmelo!” lo interruppe Dante, “Così nudo è impossibile non riconoscerlo!”. Virgilio, sorpreso da tanta perspicacia, annuì sorridendo.
“È Rocco Siffredi!”. Il sorriso si gelò sulle labbra di Virgilio. “No Dante, è Minosse”.
“Ma… quella cosa che avvolge…”
“… è la coda, Dante”.
“Oh… scusa. Ma che film ha fatto questo Minosse?”.
Virgilio, dopo aver chiuso gli occhi e aver respirato per calmarsi, rispose “Non è un attore, Dante. Minosse fu il più grande re di Creta, nonché il padre del famoso Minotauro. Ora, come ti stavo dicendo, Minosse avvolge la propria coda e proprio il numero di giri fatti da essa indica il Cerchio di appartenenza dell’anima giudicata. Ma ora avviciniamoci: sta giudicando un’anima”.
“Mi consenta, ma tutta questa cosa del giudizio infernale mi sembra solo una manovra COMUNISTA per gettarmi fango addosso” stava dicendo l’anima a Minosse, “Io esigo di parlare con il capo del suo Partito, cribbio! Se lei mi dà una mano, prometto meno tasse per tutti! L’Inferno uscirà dalla crisi prima e meglio di tutti i 3 regni dell’Aldilà!”. Un’ovazione seguì le parole dell’anima, e lo stesso Minosse ne era colpito.
“Molto bene” disse, e aggiunse, chiamando a sé un diavolo “Cancella un paio di peccati di quest’uomo e fallo arrivare in Paradiso”.
“Ma mio signore, questo è impossibile! Bisognerebbe cancellare praticamente tutta la vita terrena di quest’uomo!” protestò il diavolo.
“Mmmh… be, allora tenta almeno di farlo arrivare in Purgatorio! Da lì se la caverà da solo. Avanti il prossimo!”.
Mentre una nuova anima si presentava a Minosse, Virgilio e Dante si allontanarono e raggiunsero un gruppo di anime che veniva sbattuto a destra e a sinistra da un fortissimo vento.
“Questo, Dante, è il Cerchio dei lussuriosi” cominciò Virgilio, “Condannati per l’eternità ad essere sbattuti violentemente da questo forte vento. Il contrappasso è abbastanza semplice: ora sono sbattuti dal vento così come in vita…”
“… si fecero sbattere da altri” lo interruppe Dante. Virgilio, che non si aspettava la risposta, guardò per qualche istante Dante, senza capire se la sua era una battuta o meno, prima di rispondere “No Dante, così come in vita si lasciarono trasportare dalla tempesta delle passioni”.
“Oh capisco. Ma guarda, 2 anime vengono verso di noi!”. Infatti 2 anime, di un uomo e di una donna che si tenevano per mano, stavano raggiungendo Dante e Virgilio.
“Chi sei tu, oh vivente, che vieni qui in questo luogo di dolore per guardare le nostre eterne sofferenze?” chiese l’anima della donna.
“Il mio nome è Dante e sono qui perché… be, ad essere sincero non l’ho ancora ben capito nemmeno io”. Virgilio si coprì il viso con le mani, disperato da quanto fosse tonto Dante. “Ti prego, oh anima lussuriosa, raccontaci la tua storia” disse rivolto all’anima.
“Il mio nome è Francesca, e questo a cui sono eternamente legata fu il mio amante Paolo. In vita io fui sposata con suo fratello. Ma un giorno, mentre leggevamo la storia d’amore tra Ginevra e Lancillotto, Paolo, spinto dalla lettura, mi baciò. Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse”.
Paolo, che per tutto il racconto era stato in silenzio, alzò lo sguardo verso Francesca e disse “Ah si, facile dare tutta la colpa a me, vero???”. Poi, rivolto a Dante e Virgilio aggiunse “Sta mignotta mica ha detto di no quando gliel’ho appoggiato!!! Anzi, mi pareva pure contenta!”.
“Ma stai zitto va! Se non era per te a quest’ora io ero ancora con mio marito!!!” rispose con veemenza Francesca. I 2 cominciarono a litigare, e Dante, scosso dalla violenza tra i 2, svenne di nuovo.